Il bar è da sempre un luogo mitologico, un luogo di aggregazione, un luogo dove tutte le conversazioni diventano la salvezza del mondo.
Al bar esistono i community manager, quelli che tengono viva la conversazione, quelli che facilitano la conversazione, quelli che la lanciano.
Il bar è il luogo migliore per sentire parlare di politica e di calcio oltre che di ogni argomento che passi per la testa ma, i primi due sono senza alcun dubbio i più gettonati.
Io frequento un bar ove i proprietari sono napoletani tifosissimi del Napoli e anti berlusconiani e anti leghisti di ferro e, per inciso, alle ultime elezioni hanno abbandonato la banda Bindi&Bersani per passare al comico di genova.
La cosa buffa è che questo bar è in una zona residenziale borghese di Milano, non vive di passaggio ma proprio degli autoctoni e gli autoctoni sono notoriamente ricchi, di destra o radical chic e tifosi di Milan, della seconda squadra di Milano di sempre e della Rubentus.
Il fratello minore è il community manager, in base al cliente che entra (li conosce tutti) lancia le sue provocazioni e poi va avanti per ora con le sue teorie. Se il cliente abbocca all’amo nascono succulente discussioni, fa niente se poi quel cliente si sposterà alla gelateria bar a 200 metri di distanza per sempre.
Vorrei, prima di cominciare con le cronache vere e proprie, sottolineare che in quel bar si mangia in modo fantastico, il community manager è anche un ottimo cuoco e tutte le mattine fa la spesa e cucina cose buonissime TUTTE cucinate con le sue mani, anche il purè dato che si rifiuta di comprare le bustine e altre cose. Il suo vitello tonnato è fantastico con la carne sembre ben cucinata e con la salsa rigorosamente fatta da lui.
Alla prossima!
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