C’è poi un punto in più, nella lettera «segreta» recapitata da Trichet a Berlusconi. È forse il più delicato perché riguarda il mercato del lavoro, un settore storicamente rimasto fuori dalle competenze europee. Ma stavolta Trichet ci entra e lo fa nei dettagli: meno rigidità nelle norme sui licenziamenti dei contratti a tempo indeterminato, interventi sul pubblico impiego, superamento del modello attuale imperniato sull’estrema flessibilità dei giovani e precari e sulla totale protezione degli altri, una contrattazione aziendale che incentivi la produttività.
L’art 18 è stato salvato da un referendum, i lavoratori pubblici sono un’enorme fonte di voti, i sindacati si metteranno in mezzo, l’opposizione farà barricate.
La mia sensazione è che finiremo come la Grecia per mancanza di realismo e che all’ultimo primo di affondare miseramente di faranno le cose che ci chiedono con sacrifici ancora peggiori.
via Ecco la lettera di Trichet e Draghi Cessioni, liberalizzazioni e lavoro – Corriere della Sera.
E come non darti ragione? Siamo bloccati, il paese è fermo e nessuno vuole mollare un millimetro di terreno. Per cui si prosciugano i meno tutelati per rallentare l’implosione del sistema, che al momento, senza un riforma strutturale profonda imploderà comunque.
E’ come un buco nero: o ti allontani con le riforme o inghiotte il paese senza nemmeno pensarci…